La musica abbinata alla cura del medico. è questo il progetto della Casa di Cura San Lorenzino che ha preso l’avvio a settembre con la collaborazione della Fondazione “Elio Bisulli”, impegnata da alcuni anni nella diffusione della musicoterapia.
è quindi la musica come terapia che viene proposta ai pazienti della Casa di Cura grazie al servizio prestato dalle musicoterapeute Rita Calderara, diplomata presso la scuola di musicoterapia di Pro Civitate Christiana di Assisi, socia di Seacoop di Imola e Barbara Venturi, formatasi a Modena alla scuola associata alla Universitè Europeenne “Jean Monnet” di Bruxelles e socia della cooperativa imolese “il Mosaico”.
“In Casa di Cura ci stiamo dedicando a pazienti con funzionalità cognitiva compromessa – precisa Barbara Venturi e con la musicoterapia intendiamo stimolare le funzioni residue attraverso un approccio coinvolgente”. Di particolare importanza è il metodo che viene adottato nel gestire l’attività. “Utilizziamo una musicoterapia attiva
– sottolinea Rita Calderara il che vuol dire che non usiamo materiale preregistrato ma una tecnica improvvisativa con suoni dal vivo”.
Il risultato è che il paziente viene così coinvolto nella produzione del suono con il canto e con gli strumenti musicali. L’attività di musicoterapia pianificata in Casa di Cura si articola in sedute di gruppo di durata massima pari a quarantacinque minuti. Va anche precisato che l’obiettivo non è solo la stimolazione cognitiva del paziente ma anche quella motoria.
Nell’ambito del progetto di musicoterapia a San Lorenzino è stato avviato sperimentalmente per i dipendenti della struttura un “percorso benessere” con l’utilizzo di strumenti dal suono ancestrale (campane tibetane, tamburi sciamanici etc.) che, attraverso le loro vibrazioni, vanno a riequilibrare il sistema energetico della persona.
“Abbiamo sempre avuto una forte attenzione per la musica – evidenzia Raffaele Bisulli, presidente della Fondazione “Elio Bisulli” – Infatti con la Fondazione organizziamo ormai da alcuni anni in primavera un ciclo di incontri pubblici di ascolto guidato alla musica classica. L’utilizzo della musicoterapia per i pazienti ricoverati si inserisce in questo alveo, arricchendo le opzioni terapeutiche di uno strumento privo di effetti collaterali negativi e ricco di potenzialità per il benessere globale della persona”.